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Buon pomeriggio mondo!

Il giudizio degli altri, spesso, ha il potere di cambiare un po’ la propria identità.

Il sentirsi sbagliati in questa società, o, ancor peggio, quel senso di inadeguatezza in un mondo al quale sentiamo di non appartenere.

Da questo mio pensiero nasce questo articolo, che vuol essere una piccola lente verso il passato, su grandi scrittori e poeti, che a loro volta si trovano tuttora in pasto della critica e del giudizio morale.

 ( Premetto che non sono quel tipo di persona che approva atteggiamenti violenti tantomeno autolesionismo. )

Nel brevissimo video che ho realizzato potete trovare Alda Merini, Charles Bukowski, Giacomo Leopardi, Gabriele d’Annunzio, Arthur Rimbaud, Giovanni Pascoli, Ernest Hemingway e Charles Baudelaire.

Tengo con tutto il cuore ad infondere in ognuno di voi questo messaggio

Spesso ci spaventa la particolarità di una persona, proviamo invece a vedere quella stessa particolarità come un punto di ricchezza, che magari non ci appartiene ma non cadiamo nel giudizio. Siamo esseri umani, tutti diversi nella nostra unicità, proviamo, per una sola volta, a vedere dietro allo sbaglio di un’anima, la sua probabile sofferenza interiore.

Alda Merini

Grande poetessa ed artista, che ha avuto il coraggio di essere sempre sé stessa. Molto criticata per essersi messa a nudo, nel vero senso della parola, davanti ad un obiettivo. In quel momento, chi si è chiesto il perché del suo gesto? Voglio dire, tanto scalpore per cosa? Lo avesse fatto una bella modella non avrebbe sollevato alcun polverone. Voleva semplicemente protestare contro una pratica assolutamente dolorosa e priva di prove scientifiche sul suo beneficio, ovvero l’elettroshock. Chiamata pazza, ma soffriva di schizofrenia. Chiamata sprovveduta, ma era una donna estremamente generosa. Chiamata instabile, ma era un’anima semplicemente e grandemente sensibile.

Charles Bukowsky

Erede della “maledizione del poeta”.

Ignorato dai critici accademici.

Anticonformista ed ammiratore della letteratura elegante di “Cechov” e di quella più tenebrosa di “Kafka” piuttosto che ammiratore anche del filone “maudit” ( il maledettismo di Baudelaire ).

Scrittore che non risparmia nulla al suo lettore; breve, preciso, conciso e diretto.

Ossessionato dal sesso, in tutta la sua semplicità di vita.

In balia dell’alcool, di droghe e brutalità.

Tutto causa di un profondo malessere interiore.

Giacomo Leopardi

Un “lirico” sempre incline ad esporre se stesso.

Vedeva all’universo attraverso la luce della sua individualità.

Il poeta lunare, il poeta delle domande estreme.

“Si diceva la sua poesia fosse la contraddizione più evidente del suo pessimismo”

Anche in questo caso, criticato semplicemente per la sua personalità e per il suo pensiero.

Gabriele d’Annunzio

Una cortigiana della belle epoque definì d’Annunzio “Uno gnomo spaventoso con gli occhiali cerchiati di rosso, senza capelli, con denti verdastri e le maniere di un ciarlatano.”

Una vita privata molto chiaccherata per il suo insaziabile desiderio sessuale che fu poi la rovina delle donne che se ne innamorarono. (Rinnegate dai padri, abbandonate dai mariti, ricoverate nei manicomi)

D’Annunzio poteva trasformare la donna più ordinaria e darle, per un momento, l’apparenza di un essere celeste. Dalla cameriera voleva prestazioni di sesso orale. Da Luisa Baccora, una famosa pianista, voleva che sublimasse la sua passione per lui suonando il pianoforte.

Giudicato nella sua scelta politica e criticato per la sua vita privata.

Arthur Rimbaud

Poeta francese, ricordato come il poeta maledetto. Tra i promotori della poesia moderna.

Dopo aver posto fine ai suoi studi, a causa della guerra, iniziò il suo anticonformismo e la ribellione contro l’ordine stabilito.

Scappò da casa e venne successivamente arrestato dalla polizia.

Ebbe una relazione con Verlaine con il quale intraprese un periodo di droghe ed alcool.

Giudicato, per le sue idee, pe il suo temperamento e la sua fragilità umana.

Giovanni Pascoli

Poeta dal carattere schivo ed introverso.

“Le sue esigenze affettive, soddisfatto del rapporto con le sorelle-madri, portarono in lui quel senso del proibito che poi svolge in ogni espressione della sessualità.

Segnato dal trauma della morte del padre, iniziò a covare in sé un grande senso d’ingiustizia che lo portò ad essere costantemente spaventato dall’età adulta.

Grande rivoluzionario nella tradizione.

Una visione antipositivista della realtà.

Difficile rapporto con la modernità.

Anche lui, criticato per questa sua particolarità.

CHARLES BAUDELAIRE

Poeta parigino, esponente del simbolismo, contribuì a creare il mito del BOHèMIEN e dedito a esperienze al limite, tra l’assunzione di droghe ed il vivere di passioni strazianti. Conoscitore dell’amore peccaminoso, nella sua relazione da amante, e dell’amore mistico.

Anticipatore del Decadentismo. Ribelle ed amante dei piaceri notturni.

Una figura iconografica che segna ancora la visione dell’intellettuale e del poeta dei giorni nostri.

Deriso e criticato per la sua personalità e grande sensibilità.

 ERNEST HEMINGWAY

Giornalista e scrittore, portavoce della generazione post-prima guerra mondiale.

Il padre si suicidò quando Ernest aveva ventinove anni e questo lo segnò profondamente, sentendosi in parte responsabile.

Definito ambizioso ed egoista. Quattro mogli e tre figli, per i quali indebitò ogni suo guadagno.

La consapevolezza di possedere un talento straordinario gli fece nascere in cuore uno smisurato orgoglio.

Ad ogni passo della sua vita ci fu un tradimento.

Durezza individualista e machista, evidenziata specialmente nel suo rapporto con le donne.

Attaccò il suo stesso corpo, prodigiosamente forte, che era la base delle sue certezze nella sua smania d’azione, lo espose ad incidenti di ogni sorte, ricavandone stressanti malattie e dolori permanenti.

Uomo fragile, giudicato nelle sue scelte, dovute da una forte sofferenza portata dalla fanciullezza.

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– 27 Gennaio 1945 –

Non dimentichiamo.

@elygioia

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– PAN ( MITOLOGIA GRECA ) –

( Si consiglia l’ascolto durante la lettura )

Lo sapevate che la parola “panico” proviene proprio dalla mitologia? Ebbene sì, prende nome dal dio Pan. [ Pan dal greco Paein = Pascolare ]

Dio della natura, del tutto, dei campi, dei boschi e dei pascoli. Secondo il mito greco, Pan era lo spirito di tutte le creature naturali, questo dunque lo lega alla foresta, all’abisso, al profondo, alle grotte, alle cime dei monti. Metà uomo, metà capra ( gambe e corna ), naso schiacciato, barba caprina, grandi zanne ingiallite che uscivano dalla bocca, zampe irsute e zoccoli. Una rappresentazione fisica orrenda che non rispecchiava il suo animo, in quanto era conosciuto come un dio buono, generoso e molto altruista. Diverse le teorie sulla sua nascita ma quella sostenuta da Omero dice che, Pan, nacque da Ermes ( messaggero degli dei ) e da Driode ( principessa trasformata in ninfa della quercia ). Pan non faceva parte dell’Olimpo ma la sua storia è in parte comune a quella di Dionisio, l’unico tra l’altro che lo accolse benevolmente, eh si, perché per quanto si conosce di questo mito, pare che sia stato abbandonato subito dopo la nascita proprio da sua madre ( esperienza per l’appunto condivisa anche da Dionisio ) e che proprio Ermes lo portò sull’Olimpo per presentarlo come una buffa, per far divertire gli altri dei.

Un dio solitario e “vagabondo” in quanto senza fissa dimora. Amava infatti vivere nelle selve, proprio in quei luoghi dove la sua voce era temuta. Da Pan prende appunto il nome di Timor- Panico. C’era un momento della giornata n quale nessuno doveva osare avvicinarsi, ovvero il pomeriggio, durante il suo riposo. Qualora chiunque l’avesse fatto, Pan avrebbe emesso delle urla terrificanti.

Carica sessuale elevata, sempre a caccia di ninfe ma amante anche degli uomini, come ad esempio il pastore Dafnj al quale insegnò a suonare il flauto. Inventore della sessualità non procreativa,così lo definisce Hillman, un noto psicologo americano. L’amore più “importante” o meglio, quello più celebre, fu quello con la ninfa Naiade Siringa.

Dipinto di Peter Paul Rubens

Diciamo che lei non era così entusiasta del corteggiamento di Pan, ogni qualvolta se lo trovava vicino scappava letteralmente dalle sue grinfie. Fino al giorno in cui, scappando, trovatasi sulle sponde del fiume Ladone, si gettò in acqua invocando le naiadi e pregando loro di essere trasformata in qualunque cosa pur di non essere riconosciuta da Pan, e fu così mutata in canna palustre. Pan, una volta raggiunta la sponda del fiume non la trovò più, ma, proprio lì, fu attratto dal suono emesso dal vento tra i canneti, prese una canna nel mezzo e la tagliò in sette o nove lunghezze diverse tra loro, legando le stesse tra loro con la cera e lo spago, a formare uno strumento che ora noi conosciamo come flauto di Pan o Siringa.

Tra le sue “avventure” amorose si narra il mito della seduzione di Selene. Pare che Pan usò un trucco, nascose il suo ispido pelo caprino sotto un velo candido, così mascherato la dea non lo riconobbe ed acconsentì nel salirgli in groppa. Pan si accoppiò anche con rito orgiastico con le Menadi, le quali erano le sacerdotesse del Dio, da qui considerato anche il dio-capro delle streghe.

Dipinto di William-Adolphe Bouguereau

Al di là della sua peculiare sessualità, Pan coprì un ruolo molto importante partecipando alla volta degli Olimpi contro Tifone ( mostro generato da Gea e Tartaro, dotato di grandi ali e cento terrificanti teste ). Si narra che Tifone entrò in competizione, per il dominio del mondo, con Zeus, e gli dei nel vederlo scapparono in Egitto dove presero diverse sembianze; Lo stesso Zeus si trasformò in un ariete, Dionisio in una capra, Ares in un cinghiale, Era in una vacca bianca, Afrodite in un pesce, Hernes in un ibis, Apollo in un corvo, Artemide in un gatto e Pan trasformò solo la sua parte inferiore nella coda di un pesce e si nascose in un fiume. All’inizio fu molto difficile per Zeus, ebbe la peggio, ma proprio all’arrivo coraggioso di Pan, la bestia si spaventò per il suo tremendo urlo ed Ermes riuscì così a sottrargli i tendini di Zeus, il quale si buttò, in un carro trainato da cavalli alati, contro Tifone e riuscì ad ucciderlo bersagliandolo di fulmini, in Sicilia. Zeus premiò Pan rendendolo una costellazione, il capricorno.

Secondo Plutarco, un grande filosofo, Pan fu l’unico dio che morì. Affermò la tesi di una morte inevitabile con l’inizio del Cristianesimo, il quale rifiutava la sessualità e l’istinto. Alcuni dicono che non sia però morto, ma unicamente caduto in un sonno profondo. Proprio il Cristianesimo nominò Pan come il diavolo, ossia, l’avversario dell’uomo e della creazione.

Ma voglio concludere questo articolo con questa domanda.

E se Pan non è morto? E se dorme tutt’ora dentro ognuno di noi? Chissà se questa nostra grande ricerca personale attraverso la natura ci porterà un giorno al suo risveglio, riscoprendo in noi i nostri veri istinti.

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– Italia –

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Aiutiamo • Congiunti fuori regione •

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– #iostoconicongiunti “costretti alla distanza” –

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– 25 NOVEMBRE Giornata Mondiale Contro La Violenza Sulle Donne –

Oggi, a differenza degli anni passati, mi sento di portare una riflessione leggermente diversa riguardo al significato, estremamente importante, di questa giornata. Oggi, vorrei mettere a fuoco la gran lacuna formata dalla nostra società. Da stamattina, opinionisti tv, giornalisti, ministri, non fanno altro che incoraggiare le donne a denunciare in caso di violenza subita. Poi però ne decantano la forza. Contraddizione ed ignoranza sono malattie devastanti che causano danni immensi nelle vite delle persone. Una donna che rimane vittima di violenza è una vera e propria vittima dell’intera comunità. Ma pensiamo davvero che le donne non vogliano denunciare?. Nel 2020, pensiamo davvero che una donna continui a provare amore verso un uomo che esercita su di lei una qualsiasi tipo di violenza?. Tanti i centri antiviolenza, tanti gli psicologi e gli assistenti sociali che si proclamano paladini della giustizia. Al posto di mettere in evidenza tutto questo, perché non mettere in evidenza il fatto che, quando una donna denuncia, la lentezza giudiziaria, diventa omicida essa stessa?. Noi donne, dovremmo girovagare, in fin di vita, dal pronto soccorso ai carabinieri, per ottenere una misera custodia cautelare, d’altra parte “sei ancora viva”. Povere quelle donne, allora, che i segni non li portano alla pelle, ma all’anima!. Ma lo sapete che la violenza psicologica arriva appena un attimo prima di una coltellata o di un pugno?. Personalmente, mi sento di urlare tutte queste parole come dall’alto di una montagna, sento esclusivamente il mio eco. Mi tornano addosso, violentandomi testa e cuore. Non si può più accettare tanto dolore. È ora di finirla di dedicare video, parole, poesie commoventi alle donne e poi voltare loro le spalle tutto il resto dell’anno. Sempre pronti a dire “Stop alla violenza!”e mai pronti a prestare vero aiuto quando questi casi toccano membri della propria famiglia o della propria cerchia di amicizie. Subito pronti a farsi avvocati difensori e mai pronti a parlare quando vi è bisogno, omertà vigliacca. Io, oggi, non dico alla donna di trovare il coraggio di denunciare, la donna non è un essere stupido, sà la cosa giusta da fare. Ha solo bisogno di sentirsi per una santa volta protetta da questa ingrata società. Oggi, dico alla donna che la speranza non la può togliere nessuno, né uno schiaffo né un insulto. Dico alla donna che ci sono altre donne a questo mondo, con altrettante storie, che non aspettano altro che qualcosa prima o poi cambi, prima di tutto attorno a loro, fino ad arrivare all’interno delle loro case. Esattamente come loro. Ecco, con estrema sincerità, dico alle donne che se sono lasciate sole dalla giustizia non sono sole nell’anima. E l’anima sa essere potente, lasciamola parlare. Chissà che scuoti un po’ la terra e ne faccia uscire del buono.

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– ITALIA –

Img dal Web

“Adesso basta”

Io sono solamente una semplice cittadina italiana con la passione della scrittura, della poesia, dell’arte. Purtroppo o per mia fortuna (visto il poco valore che la mia amata Italia dà a questo settore) non vivo di questo. Poco importa. Non mi sono mai espressa in ambito politico, non comincerò ora (anche se dentro di me riesco a discernere il bene dal male). Mi sono semplicemente stancata di tutta questa situazione. Io amo il mio Paese e, giorno dopo giorno, sto assistendo al suo assassinio. E non mi riferisco alle recenti violente manifestazioni, quella non è gente disperata che lotta per la propria attività e per la propria famiglia, quella è gente dai comportamenti disonesti e violenti, gente affamata di vandali sfoghi. Il fatto è che nessuno dubita dell’emergenza sanitaria, anche se è giusto ricordare quanto questa seconda ondata fosse ben prevedibile. È giusto incitare alla responsabilità ma non si può predicare bene e razzolare male. Un “avvocato degli italiani” difende il suo popolo, davanti a tutto e tutti. È stato detto a tutti gli imprenditori, a qualsiasi settore, di rivoluzionare i propri sistemi, metodi, orari etc. Sono stati sostenuti costi per tutto questo, per il rispetto della legge e per il rispetto altrui. Queste nuove chiusure equivalgono a dire che tutto ciò è stato fatto inutilmente. Tempo e sacrificio sprecati e nemmeno considerati. Perché discriminare determinati settori? Forse vi è un guadagno da parte di qualcuno? Perché è questo che inizio a pensare. Sono una madre e mia figlia si reca alla scuola secondaria ogni giorno, vedo le strade, vedo i mezzi di trasporto, vedo il poco controllo da parte di chi dovrebbe stare al nostro fianco e non dalla parte di chi ci spara addosso. Ma ce lo scordiamo il numero di suicidi che ogni anno aumenta per difficoltà economiche? E ce lo scordiamo il numero di tutte quelle famiglie che ancora aspettano dallo Stato un aiuto? “I VIOLENTATI DALLO STATO”. Ci si scorda tutto in Italia!. Tanto basta andare avanti con quei bei sorrisi finti davanti ad un’ Europa traditrice, sopprimendo la nostra cultura, che è sempre stata la nostra fonte maggiore di ricchezza.❗concordo con @rossbrescia ! Concludo che davvero, a chi ci governa, la storia non ha insegnato un bel nulla. @elygioia #pensieriscrittielygioia https://www.instagram.com/p/CG163qQnnw7/?igshid=1lon9ijowfns9

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– LE ORIGINI – MITOLOGIA GIAPPONESE –

( Si consiglia l’ascolto durante la lettura )

Izanagi e Izanami, Immaginie dal Web

Vi era uno spazio infinito, un tempo, chiamato Ohosora, ed è proprio da qui parte questa intrigante ed appassionata storia. La Creazione.

Siamo dove tutto ha origine, i primi cinque *kami, ovvero, le divinità primordiali ed assessuate, stabiliscono la propria dimora nel Takamagahar, l’altopiano del paradiso, o, residenza degli dei, nello Scintoismo. Da qui nascono sette generazioni di dei tra cui uno del sesso maschile ed uno del sesso femminile, Izanagi ( colui che invita ) e Izanami ( colei che invita ), fratello e sorella ma anche compagni. Gli dei decidono di donare proprio ad essi una lancia, Ame-no-nuhoko, con lo scopo di creare il mondo e di generare vita. Dunque essi, agitano il fango primordiale ed è così che cadono diverse gocce d’acqua salata. Si forma così, in mezzo al vuoto, un pezzo di terra, l’Isola di Onogoro, la nuova dimora di questa coppia di dei. Come “normalissimi” uomo e donna iniziano a coltivare in loro un desiderio di avvicinamento e, dietro a questo, realizzano tutto un procedimento ben preciso per l’incontro. Costruiscono una colonna, stabiliscono quanti saranno i giri da compiere attorno ad essa e chi dovrà per primo incastrarsi all’altro. Izanami, donna intraprendente, diremo noi del 2020, rimane dunque subito incinta ma al primo, come al secondo, succede qualcosa di inaspettato.

*[ Il termine Kami indica una divinità, un nome, uno spirito soprannaturale, limitatamente all’uso nello Shintoismo, la parola è un’orofincenza per spiriti nobili e sacri, implica un senso di rispetto o adorazione per la loro virtù ed autorità. ]

Da alla luce due “esseri” deformi dai tratti demoniaci. Decidono entrambi quindi di abbandonarli. Tutto questo non è un caso. Gli dei, infatti, spiegano ad Izanami, che la colpa è la sua in quanto fu lei a fare il primo avvicinamento e fu sempre lei a proferire parola per prima durante l’incontro, mentre avrebbe dovuto stare in silenzio e ferma ( Pure tra gli dei il maschilismo la faceva da padrone ). E va bene così, Izanami obbedisce e finalmente riesce a dar vita inizialmente ad otto figli, le otto isole del Giappone. Sado, Yamato ( Honshu ), Ori, Tsushima, Iri, Tsukushi ( Kyushu ), Ivo ( Shikoku ), Awaiji .

Successivamente hanno altri figli ma, Izanami, durante il parto del dio del fuoco, ( Kagutsuchi ) perisce a causa delle bruciature e viene sepolta presso il monte Hiba.

Monte Hiba ( Shamane )

Izanagi, prova forte dolore e rabbia, a tal punto di arrivare ad uccidere il suo stesso figlio con la sua spada. Lo spezza in otto parti, dalle quali nascono otto vulcani. Dal sangue versato nascono dunque altre numerosissime divinità, come ad esempio Ryujin, il dio del mare, e Takitsuhiko, il dio della pioggia.

Nonostante il tempo passa, Izanagi, non riesce ad accettare la perdita della sua amata e decide quindi di andare nell’aldilà, nel regno dell’oltretomba Yomi-tsu-kuni per cercarla e riportarla via con sé. (( vi ricorda qualche altra storia? se non lo avete ancora visto, vi consiglio di dare una letta anche a questo articolo “Orfeo ed Euridice” ➡️ http://pensieriscrittielygioia.com/2020/08/31/orfeo-euridice-hermes/ ))

Izanagi trova Izanami, non sapendo che comunque non potrà mai portarla via con sé, avendo essa stessa già mangiato il cibo dello Yumi, divenendo così totalmente appartenente al regno dei morti, è costretto a fare una promessa, ovvero, non la deve guardare fino a che entrambi sono lì. (( Sempre la stessa storia, direte voi, invece no, attenzione )) Lui si avvicina a lei mentre ancora dorme e così, non resiste e con una ciocca dei suoi lunghi capelli neri accende una fiamma per rimanerne incantato ancora. Peccato che d’incanto non è rimasto più nulla, Izanami, è oramai un demone, in stato di decomposizione, ricolma di vermi ovunque.

Povero Izanagi ! Che delusione che prende. Talmente forte è lo spavento che decide di correre via da lei, non curandosi del rumore che fa. Infatti, tutto questo trambusto, la desta dal suo sogno e s’accorge dell’accaduto.

Izanami si offende moltissimo per il suo comportamento e si adira contro di lui. Per vendetta cerca di scagliargli addosso un Raijin, dio del fulmine, ma egli riesce a scappare. Dalla rabbia però essa promette che ogni singolo giorno ucciderà 1000 dei suoi uomini. Izanagi non si lascia vincere e risponde che egli stesso ne farà nascere altri 1500 nello stesso arco di tempo. Da qui, si dice, la morte e la vita esistono nel mondo.

Izanagi, per purificarsi dal viaggio nell’oltretomba, lava accuratamente il suo corpo ed è da qui che, ad ogni parte lavata, nasce un nuovo dio. Menzionerò i tre più importanti, ovvero, Amaterasu ( dea del sole, uscita dal suo occhio sinistro ), Tsukuyomi ( dio della luna, dal suo occhio destro ) e Susano ( dio delle tempeste e del mare, dal suo naso ).

Amaterasu, immagine dal Web
Susano, Immagine dal Web
Tsukuyomi, Immagine dal Web

Inizialmente Amaterasu condivide il cielo con Tsukuyomi, fratello e successivamente anche marito. Dopo un po’ di tempo però si dividono, ebbene sì, pure tra dei si combinano queste cose. Tutta colpa di lui, direbbe Amaterasu. In effetti, Tsukuyomi un giorno uccide dal dea del cibo la quale ha organizzato un banchetto in onore di Amaterasu. Cosa inaccettabile ! Ed è da qui, si dice, che il giorno viene diviso dalla notte.

Le avventure però non finiscono qua, restate con me altri due minuti.

Izanaghi un giorno ordina a suo figlio, Susano, di lasciare il paradiso e prima di obbedire al padre egli si reca proprio da sua sorella, “l’affabile” Amaterasu, per darle un saluto, ma fin dal primo istante lei si mostra scettica riguardo a questo gesto.

Susano vuol provare la sua onestà e la sfida in una gara, la vince nonostante è Amaterasu a proclamarsi vincitrice. Susano non gradisce il gesto ed uccide le sue servitrici e distrugge i suoi campi di riso. Amaterasu alla vista di tutto ciò si spaventa e si nasconde lontano, in una caverna di pietra, isolandosi dal mondo. Qui il mondo cade nell’oscurità più profonda e da qui inizia il mito che per gli antichi giapponesi spiegava il fenomeno dell’eclisse.

Per attirarla fuori da questa caverna, gli dei si mettono d’accordo ed una tra loro regala ad essa una gemma ecco uno specchio, e nel guardare questo due tesori, essa, vede la la sua immagine riflessa nello specchio. Resta quindi confusa tanta è la sua bellezza, a tal punto che gli dei riescono a portarla fuori e a chiudere per sempre l’età dell’oscurità.

Susano però è espulso dal paradiso, per il gesto compiuto, e così si ritrova nella provincia di Tsukumo dove incontra una coppia disperata per la perdita dei loro sette figli su otto, e vicini alla morte anche della loro unica figlia rimasta, a causa di un mostruoso serpente dalle otto teste e dalle otto code. Yamata no Orochi. La bestia è così grande che il suo corpo copre la distanza di otto valli e otto colline. Abeti e cipressi crescono sul dorso e il suo corpo è coperto di muschio.

Immagine dal Web

Susano decide di offrirsi come Salvatore della ragazza con la richiesta ai genitori della sua mano. Essi accettano e subito parte il piano di Susano. Questo mostro era solito godere di alcol e carne umane. Egli costruisce quindi una grande barriera tutt’attorno alla casa dei malcapitati con ben otto aperture. Ad ognuna posiziona una tazza di Sakè ( bevanda alcolica tipicamente giapponese ottenuta da un processo di fermentazione che coinvolge riso, acqua e spore koji ). È giunto il momento! La bestia s’avvicina alla casa e, golosa e perfida, infila una delle sue otto teste in un’apertura ed inizia a godere della bevanda, invitando così anche le altre sette a fare lo stesso. Mentre si trova ancora in uno stato confusionario Susano la attacca, con la stessa spada che il padre Izanagi usò per uccidere il dio del fuoco. Una, due, tre, sconfitte. Ma quando arriva alla quarta, si accorge che la spada è scalfita e decide di procedere con le sue stesse mani. Squarcia la coda e ne rimane meravigliato. Proprio lì trova una lama dalla tale bellezza che decide di donarla alla sorella Amaterasu in segno di pace. Si riappacificano. La spada, insieme la gemma e lo specchio, diviene quindi uno dei tre tesori sacri. Amaterasu con il tempo decide di tramandarli ad ogni sua discendenza che sarà poi la potenza del Giappone, ossia, i futuri imperatori.

Spero davvero d’avervi fatto fare un breve viaggio nel tempo e nella storia fatta di questi miti che sempre ci rallegrano la fantasia donandoci nuovi posti in cui perdersi un po’, una volta ogni tanto.

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