Questa mattina riflettevo su quanto troppo spesso non permettiamo a noi stessi di crescere, di sperimentare, di armonizzarci con il nostro presente. Perdendoci in attimi eterni di ricerca di un qualcosa che forse nemmeno noi c’aspettavamo. Così, su questa bellissima opera d’arte di @carlotta_castelletti ho composto questi versi.
SU DI UN’ESISTENZA TAGLIENTE, RINASCE LA FORZA DELLA VITA. COLORI CHE, SEPPUR TRAFITTI, CONTINUANO A CRESCERE IN OGNI LORO SFUMATURA. C’È CHE IL FUTURO GUARDA SEMPRE DALL’ ALDILÀ IL SUO STESSO PASSATO. ED È PER QUESTO CHE TROPPO SPESSO SEMBRA COSÌ IRRAGGIUNGIBILE. C’È CHE CIÒ CHE NOI TUTTI VEDIAMO ALTRO NON È CHE IL RIFLESSO DELLE NOSTRE PASSIONI, PRENDERE UNA FORMA DIVERSA DA QUELLA CHE NOI C’ASPETTAVAMO. E DIVENTA DIFFICILE ACCETTARE CERTE VISIONI. EPPURE, NON SI SMETTE DI RICERCARLE, MAI. ElyGioia
Nuovamente qui, a violare il mio corpo, di voleri mai scomparsi. Ancora a premere sul mio collo, quella voce interrotta dal mio nascosto umore. Com’è possibile non lo so. Ne sanno però i pensieri, quelli nudi, incisi sui miei occhi, pieni del tuo parlarmi. Ancora questa tua benedetta voce, ancora il tuo modo di fare, ancora il tuo decidere sulla mia pelle, ancora la mia inerme bocca. Marchia con la tua saliva il mio sogno, fanne disastro carnale, fanne violenza dolce. I miei capelli stropicciali col tuo comando, abile maestro, di donne circondato. Usa e sfama la mia mente, insabbiala sulle onde di questo confuso inizio. Drogami della tua forza, correggi i miei dolori. Ogni gelosia accesa, mutala in ardita punizione, bramata essenza. Condisci con il sale questo mio stomaco ribelle, scuotine le rondini. Componi drappeggi e fammi sentire l’odore della tua cintura, stretta sulla mia vita, ricolma di esperimenti mai accaduti. E non smettere mai di parlarmi. È succo d’amore, ogni tuo verso.
Parola d’ordine, arte. Oggi ho costruito una poesia che vuol essere un pensiero da non dimenticare mai. Proprio come l’autrice di queste opere decisamente meravigliose, che fa, di oggetti passati e dimenticati, elementi nuovi presenti e mirabili.
📖Come artistiche creazioni danno vita all’animo umano, spudorate emozioni lo cosparono di un nuovo sguardo. Che di storie ne dimentichiamo troppe e c’è bisogno di conservare, di far colare cuore e mente di vissuti carnali.📖 ElyGioia
✅Fai del passato, quello bello e che ti è stato utile e di valore, un nuovo elemento vivo del tuo presente, fantasticando il tuo futuro.
🎨 Opere di @alexandradillonartist
⬇️ E tu, cosa ne pensi di questo modo di ricreare l’arte?
Da qualche settimana ho iniziato a voler giocare con la poesia, per ricoprirla, ogni giorno di più, e condividerla insieme a voi. Dunque, ogni venerdì, nel mio account instagram c’è il modo giusto per diffondere non solo la poesia contemporanea e moderna bensì anche quella passata, spesso dimenticata.
Se vuoi aggiungerti a me ed alla mia community sei il/la benvenuto/a
( Si consiglia la lettura durante l’ascolto d brano )
Illustrazione digitale di tuffald
Cade, la luna dagli occhi. Colano frammenti d’universo che tu, tu, mi hai promesso. Poiché nessuna lacrima cade invano nell’otre dell’infinito, ne ho versate anche io, sdrucciolevoli confini stropicciati dell’anima. Cade, questa luna arsa d’amore cosparsa, cocente estate al cuore. Ed io, inerme, dinanzi all’opera tua, raccolgo me stessa da questo pavimento roccioso ed irruento. Che se t’amo non è affar nostro, ma di questa galassia che ha donato a me il tuo nome.
Cade, the moon from the eyes. Fragments of the universe are leaking that you, you, you promised me. Since no tears falls in vain in the bottle of infinity, I also poured some, slippery borders creased of the soul. It falls, this burned moon sprinkled with love, scorching summer to the heart. And I, helpless, before your work, I collect myself from this floor rocky and impetuous. What if I love you it’s none of our business but of this galaxy that he gave to me your name.
Riportami a quella notte, dove di luna scolpiti vivevano i nostri volti appena conosciuti. Ricordami, nel tuo sfiorarmi dentro, come la mia bocca era felice del tuo sorriso. Ricostruisci per noi, quelle stesse ore in cui seduti al lungomare, ci mangiavamo con gli occhi. Quindicenni, sotto una luna piena dinanzi ad onde agitate, pari, al nostro accarezzarci. Riportami a quella notte, dove di mare insaporiti respiravano i nostri corpi da poco vissuti. Lì, dove la gente passava e noi non vedevamo nulla se non lo sbocciare del nostro amore. Lì, dove ubriacati di felicità guardavamo avanti, senza alcuna paura, immersi, nelle nostre già pensate promesse.
Take me back to that night where of moon carved lived our newly met faces. Remember me, in your touching me inside, like my mouth he was happy with your smile. Rebuild for us, those same hours when sitting on the waterfront, we ate with our eyes. Fifteen, under a full moon in the face of troubled waves, equal, to our caress. Take me back to that night where of sea flavored our bodies breathed recently lived. There, where people passed and we saw nothing if not the blossoming of our love. There, where you get drunk with happiness we looked ahead, without any fear, immersed in ours you already think about promises.
“INCUBO” di Johann Füssli – 1780/81 – Olio su tela – Detroit Institute Of Arts U.S.A.
Corre l’illuminismo, siamo negli anni del ‘700, e si cerca di combattere, attraverso questa corrente storica, ogni tipo di superstizione e di “storie fantastiche”. Corre il voler far affidamento sulle capacità critiche e razionali dell’uomo rinnovando sensibilità intellettuale e morale dell’epoca.
Ed ecco che Füssli sceglie di dare una forma all’arte, ancora sconosciuta. Con quest’opera che vi descrivo, egli, vuole approfondire l’investigare su aspetti “d’altro mondo” – l’incubo – non contenendo, per la prima volta in questo periodo, elementi religiosi in un mondo onirico.
L’opera fonde insieme elementi neoclassici, che ritroviamo ad esempio nella fisionomia della fanciulla stesa, ed elementi romantici, con la sua luce chiaro/scura.
Ma conosciamo la delusione d’amore privata dell’autore che precede quest’opera. Delusione che ha per certo un collegamento con la stessa, vi porterò successivamente alcune prove di ciò.
“Anna Landholt”, il nome della fanciulla per la quale l’artista perse testa e cuore ed alla quale chiese di sposarlo. Proposta che rifiutò, a causa del padre, Johann Kaspar Lavater, suo amico, contrariato. Anna infatti venne data in sposa ad un nipote dello stesso,e così, Füssli, perde definitivamente la speranza di vivere quell’amore tanto desiderato.
Questa breve curiosità mi permette di darvi quella che è una delle più conosciute chiavi d’interpretazione.
Analizziamo il carattere dell’opera ed i suoi personaggi
La fanciulla.
Molto probabilmente Anna, come scritto precedentemente, la prova di questo sta nel fatto che proprio dietro la tela originale di questo dipinto vi è solamente un ritratto incompiuto di una donna. Vi sembra una coincidenza?.
Una figura femminile vestita di bianco, colore che a mio avviso rappresenta l’ideale di un’estrema purezza, non a caso il colore del tipico abito che accompagna una donna nel suo giorno più importante, il matrimonio. La luce che Füssli da alla veste non è affatto da sottovalutare. Da questa infatti parte quasi una vittoria iniziale che prorompe in mezzo a tanta oscurità e lati nascosti. Un pò quello che ognuno porta dentro di sé, un’anima ricca di sogni e desideri che spesso vengono oppressi dalla vita stessa.
Ed il suo volto? Labbra doloranti, gote che incarnano paure ed occhi chiusi dal rumore del terrore. Una rappresentazione di una donna dormiente ma “vivente” in tutta la sua struttura.
La sua insolita posizione ha destato interesse a diversi critici ed artisti. In effetti, perché non dipingere semplicemente una fanciulla stesa normalmente su un letto con la nuca posata su un guanciale?. Semplice, è proprio questa sua posizione che ci fa entrare nel significato dell’opera, l’incubo. Le braccia che sembran voler essere risucchiate dalla terra, penzolanti, lamentano un’arresa al male. Insomma, stesi ordinatamente ci si sta durante i sogni tranquilli, negli incubi ci si scatena il corpo, donando allo stesso movimento e potente scombussolatezza.
《Questo dipinto è una somma di tante immagini differenti che hanno a che fare con la definizione di incubo》
Il Demone.
Simile ad un gargoyle, essere rappresentato nelle cattedrali gotiche per dar defluire l’acqua dai tetti ma anche come oggetto di difesa dagli spiriti malvagi. 📍 I Gargoyle non sono solo raffigurazioni grottesche, il loro compito consiste nel mandare un messaggio, un avvertimento. Questo messaggio è espresso in un linguaggio fantasioso e diretto: la cattedrale può essere assediata e minacciata da quelle stesse persone che dovrebbero proteggerla e custodirla. Gli spiriti maligni quindi s’impadroniscono simbolicamente dell’esterno della cattedrale, poiché al suo interno non possono entrare e risiedono là, come in attesa.
Non vi sembra che questa nota descrivi esattamente lo stato d’animo, la persona e la realtà subita di Füssli?
Un corpo estraneo, ossessionato dal pensiero di questo amore perduto, posato al petto della propria amata, con la consapevolezza di non potervi entrare ed il desiderio di darle il peso della sua protezione (Un amore follemente incondizionato).
In tutte le recensioni e le descrizioni di questa meravigliosa opera, il “mostro”sopra il petto della fanciulla viene considerato come il male, come il portatore stesso di quell’incubo. Non so il perché ma, approfondendone la rappresentazione e paragonandola a questa immagine gotica cogliendone l’origine ed il significato, mi è salita in cuore tutt’altra visione, non me ne vogliano gli altri.
Un demone non demone, che incute timore e protegge allo stesso tempo, che non la ferisce in virtù dell’amore provato ma che la immobilizza a cagione del suo non coraggio nel lasciarla andar via da sé.
Il cavallo.
Nella sua rappresentazione probabilmente, Füssli, è andato a ritroso cercando modelli ideali nella scultura antica. Si pensa sia stato aggiunto solo dopo, infatti esistono alcuni disegni preparatori del quadro che non comprendono il curioso animale nella composizione. “Nightmare” dall’Inglese Night=Notte Mare=Cavallo. Questa figura quindi completa il nome dell’opera. 📍Ha a che fare con la tradizione germanica. Secondo alcune storie popolari del popolo della Germania, si scoprono leggende di demoni e streghe che si diceva si avvicinasse al possedere coloro che dormivano soli. La leggenda principale racconta che gli uomini ricevono la visita di cavalli o di streghe, mentre la donna crede di aver un rapporto con il demonio.
Credo dunque che per l’intera scena del dipinto, Füssli, abbia tratto spunto per la scelta dei personaggi e per l’ambiente proprio da questo.
《 Questo quadro ha doppia immagine quella onirica e quella di un sogno》
Posso dire, infine, che ogni piccolo particolare di questo “Incubo” sembra avere un proprio e preciso significato, studiato in ogni piccolo dettaglio, dalla scelta dei colori, un’oscurità interrotta da una luce bianca che ne fa da protagonista.
Dopo la grande fama avuta da quest’opera, l’artista scelse dunque di porre alcune varianti al dipinto originale.
Anche altri artisti ne creano delle caricature ed altre opere molto simili.
Che dire, questa è la mia descrizione di quest’opera. Spero vi sia piaciuta e che vi abbia incuriosito.
Riverberi di riflessi, accostati lungo le vie, dipinte di noi. Il rossore delle mie gote, intrappolato su fiori e pareti, canta il nostro passaggio. Solo il cielo ne è rimasto inerme, caliginoso, prorompente sui tuoi occhi chinati anch’essi, come le tue mani, su me. Le anime nostre, volate, sulle luci di questa città, son rimaste nel suo cuore. Persino le pietre, ci guardavano, bagnate dalle nostre tenere lacrime, d’amore cadute. Ne abbiamo inciso parti nostre indissolubili, sul lungomare, sui suoi scogli, unici, come l’unicità di chi davvero ama, come noi.
@elygioia Buon giorno mondo! ❓E voi, qual’è il paese o la città che portate nel cuore grazie ai ricordi? ⬇️
Eccomi, violentemente inerme, innocua, poso qui. A bocca arsa, ti chiamo. T’immagino, volto di marmo. Quest’assordante spazio vuoto vuol sapere di te, del tuo penetrarmi l’anima. Dettagli sterili, tutto il resto. I miei occhi non vedon l’ora del calar della sera, che s’imbevono del tuo color nocciola, tremano. Tutto s’adopera, qui, nel prepararsi perfetto al tuo imponente ritorno. Che poi tutto si scombinerà e si chinerà dinanzi al mio proferir 《Maestro!》
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