( Si consiglia l’ascolto durante la lettura )

Lo sapevate che la parola “panico” proviene proprio dalla mitologia? Ebbene sì, prende nome dal dio Pan. [ Pan dal greco Paein = Pascolare ]
Dio della natura, del tutto, dei campi, dei boschi e dei pascoli. Secondo il mito greco, Pan era lo spirito di tutte le creature naturali, questo dunque lo lega alla foresta, all’abisso, al profondo, alle grotte, alle cime dei monti. Metà uomo, metà capra ( gambe e corna ), naso schiacciato, barba caprina, grandi zanne ingiallite che uscivano dalla bocca, zampe irsute e zoccoli. Una rappresentazione fisica orrenda che non rispecchiava il suo animo, in quanto era conosciuto come un dio buono, generoso e molto altruista. Diverse le teorie sulla sua nascita ma quella sostenuta da Omero dice che, Pan, nacque da Ermes ( messaggero degli dei ) e da Driode ( principessa trasformata in ninfa della quercia ). Pan non faceva parte dell’Olimpo ma la sua storia è in parte comune a quella di Dionisio, l’unico tra l’altro che lo accolse benevolmente, eh si, perché per quanto si conosce di questo mito, pare che sia stato abbandonato subito dopo la nascita proprio da sua madre ( esperienza per l’appunto condivisa anche da Dionisio ) e che proprio Ermes lo portò sull’Olimpo per presentarlo come una buffa, per far divertire gli altri dei.
Un dio solitario e “vagabondo” in quanto senza fissa dimora. Amava infatti vivere nelle selve, proprio in quei luoghi dove la sua voce era temuta. Da Pan prende appunto il nome di Timor- Panico. C’era un momento della giornata n quale nessuno doveva osare avvicinarsi, ovvero il pomeriggio, durante il suo riposo. Qualora chiunque l’avesse fatto, Pan avrebbe emesso delle urla terrificanti.
Carica sessuale elevata, sempre a caccia di ninfe ma amante anche degli uomini, come ad esempio il pastore Dafnj al quale insegnò a suonare il flauto. Inventore della sessualità non procreativa,così lo definisce Hillman, un noto psicologo americano. L’amore più “importante” o meglio, quello più celebre, fu quello con la ninfa Naiade Siringa.


Diciamo che lei non era così entusiasta del corteggiamento di Pan, ogni qualvolta se lo trovava vicino scappava letteralmente dalle sue grinfie. Fino al giorno in cui, scappando, trovatasi sulle sponde del fiume Ladone, si gettò in acqua invocando le naiadi e pregando loro di essere trasformata in qualunque cosa pur di non essere riconosciuta da Pan, e fu così mutata in canna palustre. Pan, una volta raggiunta la sponda del fiume non la trovò più, ma, proprio lì, fu attratto dal suono emesso dal vento tra i canneti, prese una canna nel mezzo e la tagliò in sette o nove lunghezze diverse tra loro, legando le stesse tra loro con la cera e lo spago, a formare uno strumento che ora noi conosciamo come flauto di Pan o Siringa.

Tra le sue “avventure” amorose si narra il mito della seduzione di Selene. Pare che Pan usò un trucco, nascose il suo ispido pelo caprino sotto un velo candido, così mascherato la dea non lo riconobbe ed acconsentì nel salirgli in groppa. Pan si accoppiò anche con rito orgiastico con le Menadi, le quali erano le sacerdotesse del Dio, da qui considerato anche il dio-capro delle streghe.


Al di là della sua peculiare sessualità, Pan coprì un ruolo molto importante partecipando alla volta degli Olimpi contro Tifone ( mostro generato da Gea e Tartaro, dotato di grandi ali e cento terrificanti teste ). Si narra che Tifone entrò in competizione, per il dominio del mondo, con Zeus, e gli dei nel vederlo scapparono in Egitto dove presero diverse sembianze; Lo stesso Zeus si trasformò in un ariete, Dionisio in una capra, Ares in un cinghiale, Era in una vacca bianca, Afrodite in un pesce, Hernes in un ibis, Apollo in un corvo, Artemide in un gatto e Pan trasformò solo la sua parte inferiore nella coda di un pesce e si nascose in un fiume. All’inizio fu molto difficile per Zeus, ebbe la peggio, ma proprio all’arrivo coraggioso di Pan, la bestia si spaventò per il suo tremendo urlo ed Ermes riuscì così a sottrargli i tendini di Zeus, il quale si buttò, in un carro trainato da cavalli alati, contro Tifone e riuscì ad ucciderlo bersagliandolo di fulmini, in Sicilia. Zeus premiò Pan rendendolo una costellazione, il capricorno.
Secondo Plutarco, un grande filosofo, Pan fu l’unico dio che morì. Affermò la tesi di una morte inevitabile con l’inizio del Cristianesimo, il quale rifiutava la sessualità e l’istinto. Alcuni dicono che non sia però morto, ma unicamente caduto in un sonno profondo. Proprio il Cristianesimo nominò Pan come il diavolo, ossia, l’avversario dell’uomo e della creazione.
Ma voglio concludere questo articolo con questa domanda.
E se Pan non è morto? E se dorme tutt’ora dentro ognuno di noi? Chissà se questa nostra grande ricerca personale attraverso la natura ci porterà un giorno al suo risveglio, riscoprendo in noi i nostri veri istinti.
https://instagram.com/poeticamente_elygioia?igshid=1lvztqasnztvn
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.